Scoprire l’infedeltà del proprio partner può essere psicologicamente e fisicamente devastante. Quando la scoperta avviene in maniera fortuita, inaspettata e improvvisa, emozioni come paura, rabbia, gelosia, odio e senso di abbandono si scatenano contemporaneamente, irrompendo nella coscienza tranquilla di chi credeva di essere in un rapporto di coppia solido. A differenza, di quando la scoperta del tradimento è preceduta da sospetti e, di conseguenza, da una sorta di “preparazione” psicologica alla notizia, il disvelamento improvviso, è accompagnato da una frantumazione della percezione del sè.
Tanto che gli psicologi americani tracciano un parallelo fra i sintomi di cui soffre chi scopre la doppia vita del partner e chi è vittima dello Stress Post-Traumatico. A quanto pare, dunque, queste due forme di stress condividono fra di loro alcuni sintomi. Innanzitutto, chi soffre un tradimento si trova a rivivere il trauma: quando scopriamo il tradimento, non possiamo fare a meno di pensarci in continuazione, ricordiamo eventi, episodi e riviviamo il momento fatidico della scoperta. Se il disvelamento è avvenuto attraverso un’immagine o una conversazione, il trauma è violento, una ferita profonda al proprio mondo interno che può portare la mente a non sapersi divincolare da ciò che l’ha tramortita. Per altri, c’è anche la necessità di tentare di processare quanto è successo: la persona tradita è a conoscenza solo di una parte della storia ed è dunque possibile che cerchi di mettere insieme i pezzi per dare un senso a quello che ne pare privo.
Ma il catalogo dei sintomi che avvicinano la condizione di chi vive lo Stress Post-Infedeltà a quello delle vittime dello Stress Post-Traumatico comprende anche apatia, difficoltà di concentrazione e perdita di sonno: il trauma impedisce di dedicarsi ad altre attività e se è molto intenso, c’è un comportamento di isolamento. I sogni sono agitati e di solito sviluppano il tema del tradimento.
Fra gli effetti “accessori” si possono elencare: l’ipervigilanza (la persona si chiede cos’altro potrà succedere), a perdita di peso (nota anche come ‘dieta dell’infedeltà’) e l’incapacità di controllare le proprie emozioni (tipo quando ci si mette a piangere nel bel mezzo del supermercato).
Ovviamente i sintomi si manifestano con intensità e modi espressivi che si declinano in modo diverso a seconda della personalità del soggetto.
Ecco 5 strategie per impostare un percorso di ripresa dopo un tradimento:
1) Non rifiutare il dolore: La maggior parte dei sintomi nevrotici provengono da attività mentali difensive, come la negazione o la rimozione. Un dolore va accettato, prima di essere elaborato e superato.
2) Siate consapevoli del fatto che il tradimento non è una vostra colpa: Posto che il vostro partner fosse infelice, e molti traditori dichiarano di essere stati perfettamente felici nel corso loro matrimonio, aveva molte altre scelte a disposizione per risolvere la propria condizione: una conversazione onesta, una terapia di coppia, un avvocato divorzista, invece, ha scelto di prendere unilateralmente una decisione che riguarda anche voi, mentre una relazione sana è basata sulla reciprocità.
3) Cercate persone con cui parlare: In particolare, sì a persone in grado di essere empatiche, non giudicanti e di sostegno. Potreste perendere in considerazione l’idea di intraprendre un percorso di consulenze psicologiche e quindi cercare uno psicologo.
4) Rimettetevi al posto di guida: Riprendete il controllo della vostra vita, proteggetevi e proteggete anche i vostri soldi, perché generalmente chi vi tradisce, vi tradisce anche finanziariamente. Cercate un avvocato. In pratica, diventate il vostro miglior difensore.
5) Considerate l’ipotesi di fare pace con l’infedeltà: Ricordatevi che non potete controllare le altre persone, ma potete controllare voi stesse. Per il futuro, definite degli standard specifici relativi a come volete essere trattate, stabilite dei limiti che non volete siano superati e fate in modo che siano rispettati in una nuova relazione.
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Dott.ssa Francesca Ciocca
Si specializza nella Mediazione familiare e nella Consulenza Psicologica, con il Master accreditato dall’AIMEF (Associazione Italiana Mediatori Familiari).
È abilitata alla professione di Psicologa, con iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Ha intrapreso attività di osservazione e di ricerca presso la Canadian School di Firenze.
Ha lavorato nel campo dell’Adozione Internazionale collaborando con il Centro Adozioni del Comune di Firenze e con Famiglia & Minori, Ente accreditato per l’ adozione internazionale.
Attualmente collabora con scuole ed enti in campo educativo e psicologico.
Svolge attività di formatrice e consulente per varie associazioni private.
Conduce l’attività di libera professionista offrendo percorsi di Mediazione Familiare e sedute di Consulenza Psicologica rivolte ad adulti, adolescenti, bambini/genitori.