woman-2288366_960_720

L’esperienza che abbiamo vissuto può essere considerata a tutti gli effetti un’esperienza traumatica. Un trauma è causato da qualcosa che mette in pericolo la nostra incolumità e quella dei nostri cari. La percezione muta a seconda del grado di coinvolgimento, che sarà ovviamente più pronunciato in coloro che hanno vissuto direttamente il pericolo: infermieri, medici, chi ha perso il lavoro, chi ha avuto conoscenti, parenti o amici contagiati. Le conseguenze di questo trauma possono essere molteplici: incubi, pensieri invalidanti, ansia, insonnia e attacchi di panico.

Durante questa fase tre possiamo notare due opposte reazioni al trauma:

  • Persone che hanno sottovalutato il pericolo. Quando il Governo ha allentato le maglie del lockdown hanno cercato in tutti i modi di riprendersi nel minore tempo possibile le loro abitudini pre-pandemia. Questo tipo di comportamento è stato riscontrato soprattutto nei giovani e rappresenta la negazione del pericolo e del rischio come difesa dal trauma. Ciò avviene perché la nostra specie è programmata per aver bisogno della vicinanza dell’altro. Quando gli altri non ci sono, noi entriamo in un atteggiamento che ci spinge a cercarli. Il  contatto con l’altro ci fa produrre ossitocina, il cosiddetto ormone dell’amore o dell’abbraccio. Questa programmazione spiega tale negazione del pericolo per se stessi e per gli altri.
  • Sindrome della Capanna: Il bisogno di allungare la permanenza nelle nostre case, difficoltà nel riprendere i ritmi della vita normale e abbandonare il luogo sicuro. Per qualcuno rappresenta una sana opportunità di cambiamento finalizzato ad una vita meno frenetica, per altri la cosiddetta sindrome della capanna si traduce in ansia, insonnia e irritabilità. Nel peggiore dei casi si possono sviluppare veri e propri attacchi di panico.

Purtroppo può capitare che l’ansia fisiologica si trasformi in ansia patologica e quindi disfunzionale perché si estende a tanti aspetti di vita, è molto intensa e persiste nel tempo.

Alla base di tutto deve esserci una comprensione della realtà della nostra situazione, questo per evitare di sovrastimare il pericolo e sottostimare le nostre capacità di proteggerci da esse. La mente umana necessita di tempo per riadattarsi a nuove situazioni, in particolar modo quando queste mutano in maniera repentina.

Se però la situazione perdura nel tempo (oltre i 3 mesi) e l’intensità del malessere aumenta potrebbe essere utile chiedere un sostegno ad un professionista psicologo.