images[1]

Il disagio associato alla “crisi di mezza età” ha iniziato ad attirare l’attenzione degli studiosi negli anni ’80, senza mai arrivare ad una categoria diagnostica concreta: quando si usa questa terminologia ci si riferisce ad una condizione molto variabile che si può presentare anche in età differenti.

In ogni fase di transizione è normale che si possa sperimentare un sentimento di squilibrio che può in qualche modo portare ad una condizione di malessere e che può generare nel tempo un disagio emotivo importante. L’adolescenza ne è l’esempio calzante, ma essendo una fase iniziale di vita ricca di scoperte e sperimentazioni, quando un ragazzo o una ragazza prova uno scombussolamento viene percepito come assolutamente pertinente appunto a questa fase di vita. Da qui, la cosiddetta “crisi di mezza età”, che spesso colpisce sia gli uomini che le donne intorno ai 50 anni , viene definita una seconda adolescenza in quanto gli stati d’animo provati posso essere congruenti, anche se provocati da pensieri e riflessioni diverse. Quando nel linguaggio comune si parla di “crisi di mezza età”, si fa riferimento a quella condizione in cui la persona si ritova disillusa rispetto alla vita e agli obiettivi desiderati mai raggiunti, e quindi prova una miscela di sentimenti negativi. La delusione rispetto ai propri standard di vita, al bilancio tra attese e desideri e la percezione d’inadeguatezza, portano a stati depressivi, sfiducia e sentimenti di rabbia.

Le possibili cause della crisi di mezza età possono essere legate a fattori interni all’individuo come il decadimento fisico, sessuale e cognitivo, per cui la persona si rende conto dei limiti del proprio corpo e della sua finitezza e della lontananza con l’età giovanile; ma anche a fattori esterni come la morte di uno o entrambi i genitori, in quanto si percepisce per la prima volta la finitezza della vita in modo concreto.

Alcune persone in crisi possono mettere in discusione la propria vita di coppia e/o il lavoro e si prendono un periodo di pausa sperando di ritrovare una giovinezza perduta.

Il brivido del rischio diventa una componente importante della nuova identità di queste persone in crisi. Il desiderio di fare qualcosa di drastico può diventare una spinta potente

In questi casi bisogna porsi domande sulla concreta realizzazione di ciò che ci renderebbe felici. E’ anche importante darsi dei tempi, per questo è utile fissare delle scadenze, entro le quali si deciderà se continuare ad aspettare o se piuttosto scegliere di modificare alcuni aspetti della propria vita.

 

Per qualsiasi richiesta, contattami!


Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy.


Dott.ssa Francesca Ciocca

 

Psicologa Dott.ssa Francesca Ciocca Francesca Ciocca si laurea in Psicologia presso l’Università di Firenze nel 2004 ( Laurea di primo livello in Scienze e Tecniche di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione ) e consegue la Laurea Specialistica in Psicologia dello Sviluppo e dell’Intervento nella Scuola ( Sottoindirizzo: Salute del bambino e della famiglia ) presso l’Università di Padova nel 2006.
Si specializza nella Mediazione familiare e nella Consulenza Psicologica, con il Master accreditato dall’AIMEF (Associazione Italiana Mediatori Familiari).
È abilitata alla professione di Psicologa, con iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Ha intrapreso attività di osservazione e di ricerca presso la Canadian School di Firenze.
Ha lavorato nel campo dell’Adozione Internazionale collaborando con il Centro Adozioni del Comune di Firenze e con Famiglia & Minori, Ente accreditato per l’ adozione internazionale.
Attualmente collabora con scuole ed enti in campo educativo e psicologico.
Svolge attività di formatrice e consulente per varie associazioni private.
Conduce l’attività di libera professionista offrendo percorsi di Mediazione Familiare e sedute di Consulenza Psicologica rivolte ad adulti, adolescenti, bambini/genitori.